“Tu sei Pietro e su questa pietra costruirò la mia Chiesa… A te darò le chiavi del Regno dei Cieli…” Sono queste le parole con le quali Gesù darà l’incarico a Simone di governare la Chiesa che deve ancora nascere, la comunità cristiana che avrà il suo fondamento nella fede totale ed assoluta che Dio ha mandato il suo unico figlio sulla Terra, incarnato in una Vergine, morto sulla croce e risorto dopo tre giorni per poi salire in cielo fino al Padre.

Veduta di Piazza San Pietro dalla facciata della Basilica

A ricevere questo mandato divino è un semplice pescatore, il suo nome è Simone, sarà Gesù a chiamarlo Pietro, nato a Betsaida, viveva a Cafarnao e faceva il pescatore sul lago di Tiberiade, il Maestro lo invita a seguirlo insieme al fratello Andrea. Nei Vangeli Pietro si rivela impulsivo, a volte polemico, schietto, chiede spiegazioni e chiarimenti, interroga il Maestro, arriva a rinnegarlo per tre volte dopo l’arresto, in definitiva si dimostra umano, con pregi e difetti e gli altri apostoli gli riconoscono questo essere primo tra eguali.

Formelle della Porta Santa

Dopo l’Ascensione di Gesù, Pietro comincia a parlare in pubblico, viene arrestato più volte e più volte rilasciato, si sposta da una città all’altra ma torna spesso a Gerusalemme dove incontra Paolo da poco convertito; insieme delineano gli orientamenti della Chiesa che inizia a formarsi.

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, Conversione di Saulo – Cappella Cerasi- Santa Maria del Popolo - Roma

I due apostoli, tra i loro viaggi, giungono fino a Roma dove saranno imprigionati e condannati a morte dal tribunale romano, Paolo decapitato, Pietro a testa in giù come lui stesso chiede perché non si riteneva degno di morire alla stessa maniera del Cristo,

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, Crocifissione di Pietro – Cappella Cerasi- Santa Maria del Popolo - Roma

La tradizione racconta che il martirio ebbe luogo nello stesso giorno, il 29 giugno del 67, Pietro nel circo di Nerone, sul Colle Vaticano, Paolo sulla Via Ostiense. Nel punto in cui furono seppelliti sorgono ancora oggi le chiese a loro dedicate: la Basilica di San Pietro e la Basilica di San Paolo fuori le Mura.

Basilica di San Pietro

Da subito la tomba di Pietro, una semplice fossa scavata sulle pendici meridionali del colle Vaticano, davanti al circo dove l’Apostolo aveva subito il martirio, fu considerata sacra e i cristiani vi si recavano in pellegrinaggio. Nel primo secolo, sopra di essa, fu costruita un’edicola funeraria, su questa edicola, nel IV secolo, fu edificata dal papa Silvestro e dall’imperatore Costantino la prima grande basilica di San Pietro e nel Rinascimento la nuova basilica.

 Interno della Basilica - Altare di San Giuseppe

Per volere di Costantino il “Trofeo di Gaio”, la piccola edicola funeraria voluta dal presbitero Gaio alla fine del II secolo che indicava ai primi cristiani la tomba di Pietro, fu racchiusa in una teca marmorea, su questo monumento-sepolcro davanti al quale accorrevano genti da ogni parte dell’impero romano Costantino volle che fosse costruita la più grande chiesa dell’Occidente, divisa in cinque navate da 88 colonne con il pavimento allo stesso livello del “Trofeo di Gaio”. Per realizzare l’enorme edificio fu ordinata la demolizione delle parti superiori degli edifici sepolcrali e l’interramento della necropoli che si trovava in quel luogo.

Palazzo Apostolico con la finestra da dove il Pontefice dà la benedizione ai fedeli

Durante il pontificato di Pio XII (1939-1958) furono fatti degli scavi archeologici per avere conferma di quanto si trovava al di sotto delle Grotte Vaticane, ricerche che confermarono la presenza della necropoli ad una profondità tra i 3 e gli 11 metri sotto il livello delle Grotte vaticane, si presume che negli edifici funebri e nei loculi vi siano stati sepolti un migliaio di persone, soprattutto bambini.

Grotte Vaticane

Durante il Rinascimento prese forma la volontà dei papi di costruire una basilica ancora più bella di quella di Costantino; il 18 aprile del 1506, il sabato dopo Pasqua, papa Giulio II della Rovere (1503-1513) poneva la prima pietra della nuova Basilica di San Pietro scendendo nella profonda fossa di fondazione a 7,45 m per posare la prima pietra e deporre nel terreno un recipiente di terracotta con dodici medaglie, modellate da Cristoforo Foppa detto il Caradosso, per commemorare la fondazione del nuovo edificio. La costruzione della nuova Basilica durò oltre un secolo attraverso 20 pontificati, nonostante i progetti e le soluzioni fossero diverse tra di loro ogni papa volle che venisse rispettata la centralità nella basilica della tomba di Pietro sulla quale erano stati edificati l’altare di Gregorio Magno (590-604), l’altare di Callisto II (1123) e Clemente VIII (1594) coperta poi dal baldacchino del Bernini e dalla cupola Michelangiolesca

Altare Papale

Alla costruzione dell’edificio lavorarono i massimi architetti del tempo come Fra’ Giovanni Giocondo, Raffaello Sanzio, Giuliano da Sangallo, Antonio da Sangallo, Baldassare Peruzzi, Michelangelo Buonarroti, Jacopo Barozzi da Vignola, Giacomo della Porta e Carlo Maderno qui indicati nell’ ordine cronologico secondo il quale intervennero nei lavori. Nel seicento fu Bernini a realizzare la grandiosa piazza antistante la Basilica e nel Settecento furono realizzati importanti decorazioni all’interno.
I pellegrini e i turisti possono arrivare nella Piazza da diverse direzioni a seconda se desiderano ricevere l’impatto di un colpo d’occhio che presenta agli sguardi affascinati la piazza tra le braccia del colonnato, la facciata e la cupola arrivando da via della Conciliazione

Via della Conciliazione

oppure preferiscono scoprire la meraviglia di questo capolavoro a poco a poco giungendo dal rione Borgo o da via di Porta Angelica, sbirciando tra le colonne, occhieggiando lo scorcio della cupola per poi entrare nella piazza e bearsi dello spettacolo.

La piazza fu voluta da papa Alessandro VII Chigi, il progetto fu affidato all’architetto Gian Lorenzo Bernini e il piazzale venne completato nel 1667, dopo undici anni di lavori ininterrotti. Piazza San Pietro è costituita da uno spazio ovale a tre centri con una dimensione di 196 per149 metri, i colonnati semicircolari raccordati alla basilica da “bracci” o ambulacri chiusi delimitano un’ampia area di forma trapezoidale con il lato maggiore costituito dalla facciata. Bernini si era trovato ad affrontare notevoli problemi anche per il dislivello che c’era tra la piazza vera e propria e l’ingresso della basilica risolti da lui con innovazioni, “trucchi” ottici e giochi prospettici.

 Colonnato

È l’artista stesso a spiegare che “la chiesa di San Pietro doveva haver’ un portico che per l’appunto dimostrasse di ricever à braccia aperte maternamente i Cattolici per confermarli nella credenza, gl’Eretici per riunirli alla Chiesa, e gl’Infedeli per illuminarli alla vera fede”. I due emicicli colonnati si aprono, quindi, come un grande abbraccio a Roma e al mondo, nella grande visione di Bernini non avevano trovato posto i milioni di turisti che affollano ogni giorno San Pietro per ammirare semplicemente la bellezza di un edificio che al suo interno contiene tesori e capolavori dal valore inestimabile sia per i credenti che per i non credenti.

Tornando al colonnato, esso è composto da 284 colonne, disposte su 4 file, alte 16 metri sulla cui sommità si ergono 140 statue alte più di tre metri, all’incirca la metà dell’altezza delle statue poste dal Maderno sulla facciata.

Statue sulla facciata di Carlo Maderno

Sulla piazza si trovano l’obelisco di origine egizia senza geroglifici, proveniente dalla città di Eliopoli e collocato sulla spina del circo di Nerone, sormontato dalla croce,

due fontane ai lati dell’obelisco dove si trovano anche due piastrelle che indicano i due centri della piazza, da ognuno dei due punti le colonne sembrano perfettamente allineate una dietro l’altra così da poter vedere solo la prima mentre spostandosi lungo l’arco del colonnato si ha l’impressione che siano le colonne a muoversi in un gioco di pieni e vuoti.

Dai cinque cancelli che danno l’accesso alla basilica si passa nell’atrio e quindi si entra all’interno attraverso le porte una sola delle quali, quella centrale, risale al 1433 quando papa Eugenio IV la commissionò ad Antonio Averulino detto il Filarete. Le altre porte realizzate tutte nella seconda metà del 1900, furono commissionate a vari artisti in bronzo dorato per sostituire quelle esistenti in legno di noce.

Porta del Filarete

All’estremità destra dell’atrio è la Porta Santa realizzata nel 1949 da Vico Consorti, donata alla basilica e a Papa Pio XII Pacelli dal vescovo di Lugano e Basilea Francesco Von Streng come ringraziamento al Signore per aver risparmiato la Svizzera dalla guerra, fu inaugurata alla vigilia di Natale dello stesso anno per l’apertura del Giubileo del 1950.

Porta Santa

Le altre tre porte sono la Porta dei Sacramenti tra la Porta Santa e la Porta del Filarete, la porta del Bene e del Male, l’ultima ad essere collocata nell’atrio per l’ottantesimo compleanno di Paolo VI e la Porta della Morte realizzata da Giacomo Manzù, era la porta attraverso la quale entravano nella basilica i feretri dei pontefici per le esequie.

Giacomo Manzù - Porta della Morte

Entrando nella basilica lo sguardo è attratto immediatamente dall’altare papale

dove solo il Papa celebra la messa e mentre si percorre la lunga navata centrale l’occhio rimane fisso ad esso non concedendosi la possibilità di spaziare nel resto della Basilica.

Lo spazio protetto dalle quattro colonne tortili del Bernina e sovrastato dal baldacchino di bronzo con la colomba dello Spirito Santo si trova esattamente sopra la tomba di San Pietro, il punto più sacro di tutta la chiesa.

Nicchia dei Palli - Particolare

Sotto l’altare papale, infatti, si trova la “Nicchia dei Palli” chiamata così perché in occasione della vigilia della festa dei Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno, vi vengono deposti i “palli”, le stole di lana bianca con croci nere che il papa consegna agli arcivescovi metropoliti che presiedono cioè una circoscrizione con più diocesi. La “Nicchia dei Palli” corrisponde all’edicola eretta nel II secolo sulla sepoltura di Pietro e, anche se ha subito delle modifiche, è rimasta intatta per più di 18 secoli.

Nicchia dei Palli

Davanti all’edicola della tomba del santo si trova l’altare della Confessione progettato dal Maderno, il termine “Confessione” evoca il martirio di San Pietro sul Colle Vaticano, ai lati si trovano le statue in bronzo dorato di Pietro e Paolo opera di Ambrogio Buonvicino, del 1617.
Il Baldacchino sopra l’altare papale fu realizzato dal Bernini in 9 anni, ha richiesto 6200 kg di bronzo, le colonne che lo sorreggono sono alte 11 metri e decorate con foglie di alloro e tralci di vite, lucertole e api, queste ultime facevano parte dello stemma della famiglia papale Barberini.

Posizionata nell’abside di fondo della Basilica Vaticana, la Cattedra di San Pietro, dal latino cathedra che indica la cattedra vescovile, il seggio, cioè, sul quale siede il vescovo, da qui il termine cattedrale ad indicare la chiesa dove officiava il vescovo, è ritenuta dalla tradizione il seggio episcopale di San Pietro apostolo in quanto primo vescovo di Roma e papa. In realtà è stato accertato che si tratti di un antico trono in legno del IX secolo dato a Papa Giovanni VIII dal re dei Franchi, Carlo il Calvo, quando giunse a Roma per farsi incoronare imperatore.

Gian Lorenzo Bernini, per preservare la cattedra, la ricoprì in bronzo dorato fiancheggiata da due angeli e sormontata dalle insegne papali, le chiavi e la tiara, per un’altezza complessiva di 14,74 metri, quattro statue alte quasi 6 metri raffigurano i dottori della Chiesa latina e greca, davanti a sinistra Sant’Ambrogio, a destra Sant’Agostino, in secondo piano a sinistra Sant’Atanasio, a destra San Giovanni Crisostomo. Sul basamento gli stemmi di Alessandro VII Chigi (1655-1667), il papa che commissionò l’opera al Bernini.

Nella parte alta del complesso monumento della Cathedra Petri si trova un finestrone in alabastro con la colomba dello Spirito Santo circondata da una Gloria di Angeli, è questa l’unica vetrata colorata dell’intera basilica.

Sopra il baldacchino, alla crociera della chiesa, si innalza la cupola progettata e costruita fino al tamburo da Michelangelo Buonarroti e portata a termine, alla sua morte, da Giacomo della Porta e Domenico Fontana che riuscirono a chiudere la volta in solo 22 mesi grazie al lavoro ininterrotto di 800 operai.

Il 18 novembre del 1593 venne collocata sulla cuspide della lanterna la grande sfera in bronzo dorato sormontata dalla croce opera di Sebastiano Torrigiani dando così alla basilica un’altezza complessiva di 133 metri.

La cupola, chiamata affettuosamente dai romani “er cupolone” , è uno dei simboli della città e un punto panoramico straordinario che spazia dai giardini vaticani e a quasi tutti i quartieri del centro storico di Roma.

Giardini Vaticani

In primo piano la Cappella Sistina - esterno

Sul fregio in mosaico è scritto a grandi lettere azzurre su fondo oro: “TU ES PETRVS ET SVPER HANC PETRAM AEDIFICABO ECCLESIAM MEAM ED TIBI DABO CLAVES CAELORVM” (Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e ti darò le chiavi del Regno dei Cieli), (Matteo 16, 18-19)

La cupola, interamente ricoperta da mosaici, è divisa in sedici scomparti con immagini su un cielo sul quale brillano stelle dorate. Dall’alto verso il basso troviamo l’Eterno Padre benedicente, al secondo livello i Serafini, poi gli Angeli, i Cherubini, di nuovo gli Angeli, al sesto livello il Redentore, San Giovanni Battista, la Madonna, San Paolo e gli Apostoli, all’ultimo i Patriarchi e i Vescovi.

Dopo aver osservato con calma la parte centrale dall’ingresso all’abside, aver girato intorno al Baldacchino di Bernini, immobili a testa in su per aver un colpo d’occhio unico sulla cupola di Michelangelo, ammirato il pavimento in marmo ci si può avviare per salire su alla cupola oppure per scendere nelle Grotte Vaticane situate al livello inferiore della Basilica, un sistema di volte costruite a partire dal 1520 da Antonio da Sangallo il Giovane che presentò il progetto a papa Leone X dopo la morte di Raffaello.

Dal 1590 in poi si sono susseguiti ampliamenti e rifacimenti anche per fare da sostegno alla basilica rinascimentale, attualmente le grotte vaticane hanno assunto l’aspetto di una sorta di basilica inferiore a tre navate dove si trovano le tombe di alcuni dei papi successori di Pietro.

Sepolcro di Pio XI, il Papa che firmò i Patti Lateranensi tra l’Italia e la Santa Sede dando origine allo Stato della Città del Vaticano

Altra tappa interessante è il Museo del tesoro di San Pietro che contiene una raccolta di suppellettili liturgici utilizzati per le funzioni sacre, nato praticamente con la basilica col tempo si è arricchito sempre di più ma è stato anche spesso saccheggiato per mano di Visigoti, Vandali, Ostrogoti, Saraceni, Normanni, Lanzichenecchi e Giacobini.

Antonio del Pollaiolo - Monumento funebre di Sisto IV  

Tornando all’interno della basilica si passa da una cappella all’altra, da quelle dove sono conservati i resti di Urbano VIII di Gian Lorenzo Bernini alla tomba di Alessandro VII Chigi sempre di Gian Lorenzo Bernini con le allegorie della Prudenza, della Carità e della Morte,

Gian Lorenzo Bernini - Tomba di Alessandro VII 

a quelle di Innocenzo XII Pignatelli di Filippo della Valle, Paolo III Farnese di Guglielmo della Porta con la Giustizia e la Prudenza, l’altare e la tomba di S. Leone Magno con il bassorilievo di Alessandro Algardi, grande rivale di Bernini, che raffigura l’incontro tra il Papa Leone Magno e il re degli Unni, Attila;

Altare e Tomba di San Leone Magno

al sepolcro di Papa Pio VIII Castiglioni di Pietro Tenerani

e quello di Clemente XIII Rezzonico di Antonio Canova,

fino a quelle dove riposano Giovanni XXIII Roncalli e Giovanni Paolo II Wojtyla, prima tumulati a destra della Confessione nello stesso loculo e poi trasferiti nella basilica.

 Domenico Zampieri detto il Domenichino - Altare di San Girolamo con le spoglie del Papa San Giovanni XXIII

Tra le tante altre statue che si trovano all’interno della basilica troviamo la statua in bronzo di San Pietro

che potrebbe risalire al V secolo anche se molti l’attribuiscono ad Arnolfo di Cambio, la statua ha il piede destro consumato dai fedeli che passando toccavano o baciavano il piede, durante la festa di San Pietro la statua viene rivestita con i paramenti sacri, un paliotto e una tiara del XVIII secolo conservati nel Museo.

Nelle nicchie ricavate nei pilastri che circondano la cupola e l’altare papale si trovano le statue di San Longino di Bernini, Sant’Andrea di Francois Duquesnoy, Sant’Elena di Andrea Bolgi e Santa Veronica di Francesco Mochi.

Francesco Mochi - Santa Veronica

Ma all’interno di San Pietro vi sono anche numerosi dipinti come quello sull’Altare della Trasfigurazione di Raffaello e il bellissimo fonte battesimale in porfido rosso, in origine il sarcofago di Adriano nel suo mausoleo, la Mole Adriana nota come Castel Sant’Angelo. Portato a San Pietro fu usato come sepolcro e poi trasformato in fonte battesimale da Carlo Fontana nel 1698.

Tra i tanti tesori presenti nel complesso della basilica vaticana una menzione speciale la merita, senza dubbio, la Pietà di Michelangelo posta nell’omonima cappella.

“… non fatta di marmo da mano mortale, ma discesa divinamente dal Paradiso!” Sono queste le parole con le quali Benedetto Varchi definiva la Pietà nell’orazione funebre per Michelangelo in San Lorenzo a Firenze. Giorgio Vasari, al vederla, gridò al miracolo: “Certo è un miracolo che un sasso, da principio senza forma nessuna, si sia mai ridotto a quella perfezione che la natura a fatica suol formare nella carne!"

Michelangelo Buonarroti scolpì la Pietà a 23 anni, in soli 9 mesi, su commissione del cardinale francese Jean de Bilhères Lagraulas per la sua tomba nella Cappella del Re di Francia in San Pietro non più esistente. Sul capolavoro Michelangelo lasciò la sua firma cosa che non fece per nessuna altra sua opera: sulla cintura che attraversa il petto della Madonna si legge “MICHAEL AGELVS BONAROTVS FLORENT FACIEBA” (“Michelangelo Bonarroti fiorentino faceva”).

La Madonna è rappresentata più giovane del figlio perché Immacolata e senza peccato, e perché per Gesù lei era al contempo Madre, Figlia e Sposa come dice Dante nei primi sei versi nell’ultimo canto del Paradiso:

Vergine madre, figlia del tuo figlio
Umile e alta più che creatura
Termine fisso d’etterno consiglio
Tu sé colei che l’umana natura
Nobilitasti sì, che ‘l suo Fattore
Non disdegnò di farsi sua fattura.

Il gruppo marmoreo colpisce prima di tutto per l’avvenenza incredibile, sia Maria che il Cristo hanno fattezze bellissime, Gesù con i capelli ondulati ordinatamente divisi dalla scriminatura, i baffi e un pizzetto appena accennato, il corpo atletico, nel pieno vigore di giovane uomo, le gambe snelle ed eleganti, Maria che con una mano sorregge il figlio e con l’altra invita lo spettatore a posare lo sguardo su di lui, il volto giovanissimo non la madre di un figlio di 33 anni ma la madre sedicenne che mette al mondo il suo unico figlio, un abito sontuoso, con pieghe gonfie, risvolti che la avvolgono fino ai piedi insieme veste per lei e sudario per il figlio, il capo, coperto da un lembo di una sorta di mantello, reclinato verso il capo di Gesù,

un legame fortissimo tra i due che travalica la morte, si percepiscono le due figure come un corpo unico e mentre si osservano i particolari l’emozione sale, ci si rende conto che si sta assistendo al momento più tragico della vita di una mamma, tenere tra le braccia il proprio figlio morto, sembra che Maria voglia stringere a sé quel corpo inerte, vorrebbe cullarlo come quando era bambino e nello stesso tempo non osa quasi a non volerlo disturbare.

Non si riesce a staccarsi da quell’altare, si torna lì anche dopo aver finito la visita di tutta la basilica, si torna lì dopo essere saliti sulla cupola, si torna ancora lì dopo essere scesi nelle Grotte Vaticane perché il richiamo di quella Pietà è potente, agisce come un magnete che ti chiama ed è anche il principio di quel cammino che ha portato alla fondazione della Chiesa Cattolica, alla designazione di Pietro come successore di Cristo in una storia che dura da 2025 anni.

Un evento che ha attraversato tutta la storia dell’umanità dall’Impero Romano ad oggi, una storia che vede una dinastia di fede regnare su una comunità che conta milioni di fedeli, una stirpe non di sangue ma di fede retta da uomini a volte giusti a volte meno, a volte pii a volte meno, a volte votati al bene a volte meno perché sono uomini e quando Gesù scelse Pietro a rappresentarlo, ad essere il suo vicario in Terra scelse un uomo con tutti i suoi pregi e i suoi tanti difetti, un uomo riconosciuto a tutti gli effetti come un sovrano su un popolo multietnico, come i capi di stato giunti da ogni dove per assistere ai funerali di Giovanni Paolo II e Francesco hanno dimostrato, un uomo uguale a tutti gli altri come le migliaia di persone, anche non credenti, che si sono messi in fila per un ultimo saluto ai pontefici defunti.

 Elenco dei Pontefici seppelliti nella Basilica di San Pietro aggiornato alla morte di Giovanni Paolo II

La Basilica di San Pietro si trova a Roma ma non fa parte dello Stato Italiano, essa è in territorio Vaticano che è uno stato indipendente con una propria organizzazione, un proprio corpo di polizia tra i quali spiccano le guardie svizzere con la loro colorata divisa e dal 1984 tutta la Città del Vaticano è stata iscritta alla lista dei siti considerati Patrimonio dell’Umanità, unico stato al mondo il cui intero territorio è considerato Patrimonio UNESCO.

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