Intorno all’anno mille, a seguito di importanti innovazioni nel campo dell’agricoltura che permisero di aumentare la produzione di generi alimentari, si assistette ad un generale miglioramento delle condizioni di vita della popolazione che portò un incremento demografico, la ripresa dei commerci e lo sviluppo di villaggi e città come sede di mercati.

Vi fu anche un nuovo impulso per l’attività edilizia, l’arte prese nuovo slancio e fu caratterizzata da quello stile romanico, come venne definito nel 1800 ad indicare la continuità con l’architettura romana, che si sviluppò in Francia tra il X ed il XII secolo e da lì raggiunse il resto d’Europa.

Tra i capolavori più noti di questo stile troviamo la chiesa di Sant’Ambrogio a Milano, la chiesa di San Michele in Foro a Lucca, il duomo di Monreale e quello di Cefalù.

Lo stile romanico era caratterizzato da mura massicce e pesanti decorate con archi e loggette, poche finestre piccole e poste in alto, archi a tutto sesto, un rosone centrale sulla facciata, colonne, capitelli, lunette decorate con piante, fiori ed animali, coperture a volta.

Cattedrale di Santa Maria Nuova - Monreale (Palermo)

Come già successo per il romanico, nel XII secolo nacque, ancora una volta in Francia, un nuovo stile, chiamato gotico, caratterizzato dalla verticalità e leggerezza delle costruzioni. In modo particolare le chiese dovevano elevarsi il più possibile per avvicinarsi a Dio, il peso della costruzione non grava più sui muri e sulle colonne ma viene scaricato sui contrafforti e questo fa sì che i muri possano incorniciare numerose vetrate che illuminano l’interno. Il nuovo stile venne portato in Italia nel XIII secolo dai monaci cistercensi.

Cattedrale Notre-Dame di Chartres (Francia)

Il duomo è la chiesa più importante di una città. Il termine deriva dal latino domus che significava casa con riferimento alle case signorili, con le invasioni barbariche la parola domus venne riservata alla “Casa di Dio” (Domus Dei).

Volte del Duomo di Milano

Spesso il duomo di una città è anche cattedrale cioè una chiesa dove si trova la cattedra vescovile, quella dove si tengono le cerimonie religiose più significative ma anche quelle quotidiane come la celebrazione della Santa Messa ma sono anche meta di un pellegrinaggio continuo dapprima come luogo sacro da visitare per le reliquie in esso conservato, in seguito per ammirare sia l’architettura che le straordinarie opere d’arte che artisti straordinari sono stati chiamati a creare nel corso dei secoli.

Altare Maggiore - Duomo di Milano

Una bolla dell’arcivescovo Antonio da Saluzzo testimonia come il 12 ottobre 1386 siano stati avviati i lavori di costruzione di quella che diventerà la chiesa più grande d’Italia, la seconda per grandezza se includiamo nell’elenco la basilica di San Pietro posta nello Stato Pontificio, lavori che si protrassero per quattro secoli fino a quando Napoleone, alla vigilia della sua incoronazione a Re d’Italia, con un atto d’imperio, ne impose la conclusione anche se per la facciata si andò avanti a discutere per tutto il 1800: la chiesa dedicata a Santa Maria Nascente nota in tutto il mondo come duomo di Milano, simbolo e biglietto da visita della metropoli lombarda ed anche cattedrale gotica più grande al mondo denominata come Basilica Cattedrale Metropolitana della Natività della Beata Vergine Maria.

Duomo di Milano

Cosa colpisce del duomo di Milano? Intanto il colore, da lontano brilla per il suo candore, il rivestimento e tutti gli altri elementi in marmo provengono dalla cava di Candoglia in Val d’Ossola donata da Gian Galeazzo Visconti e tuttora proprietà della Fabbrica del Duomo.

Il marmo, unico nel suo genere, una volta estratto veniva trasportato gratuitamente lungo il fiume Toce sino al Lago Maggiore, poi sul Ticino e infine sul Naviglio Grande a Milano. Su ogni blocco di marmo c’era il marchio AUF (Ad Usum Fabricae) ad intendere che era destinato alla fabbrica del duomo e quindi viaggiava gratuitamente, da quella scritta è entrata in uso nel linguaggio popolare la frase ad ufo, cioè gratis.

I colori bianco, rosa o grigio del marmo con le tante sfumature e le venature si amalgamano creando l’effetto di una costruzione candida specialmente quando la cattedrale è illuminata dal sole. La facciata con i cinque portali che corrispondono ad altrettante navate si innalza verso il cielo assottigliandosi in guglie via via sempre più esili sormontate da statue di santi.

In corrispondenza dell’altare maggiore svetta la guglia più alta sulla cima della quale risplende la statua della Madonnina, cuore ed anima della città.

Guglia Maggiore - Duomo di Milano

Il primo disegno che racconta di una possibile collocazione di una statua della Vergine risale al 1521 ma bisogna attendere il 1765, dopo la realizzazione della Guglia Maggiore, perché si riproponga l’idea di ornarla con una statua. Nel 1773 la statua venne ultimata ma venne posizionata sulla guglia solo a fine dicembre del 1774 per paura che fulmini e vento potessero comprometterne la stabilità. Nell’agosto del 1939 la statua venne coperta con panni griogioverde ad evitare che potesse diventare bersaglio dei cacciabombardieri e venne scoperta solo il 6 maggio del 1945.

La statua è alta 4,16 m, è rivestita da 33 lastre di rame e sono stati utilizzati 6750 fogli d’oro zecchino per la doratura più recente.

La Madonnina, però, è anche un simbolo civico in quanto, durante le Cinque Giornate del 1848, Luigi Torelli e Scipione Bagaggi alzarono il tricolore sulla statua di Maria Assunta ad indicare che le truppe austriache avevano abbandonato Milano, ancora oggi sull’alabarda posta a destra della statua viene issato il tricolore in occasione di particolari ricorrenze religiose o civili.

Per chi abbia voglia di spaziare con lo sguardo sulla città è possibile salire fino alla terrazza che sovrasta la cattedrale, l’ascesa è semplificata dalla presenza di un ascensore che in pochissimo tempo vi porta in alto. Nell’attesa dell’ascensore è possibile entrare nel battistero di Santo Stefano alle Fonti di cui rimangono solo pochi resti. La costruzione era il più antico edificio cristiano di Milano iniziato nel 313 nell’anno dell’Editto di Milano che concedeva a tutti i cittadini libertà di culto, fu a questo fonte che fu battezzato Sant’Ambrogio nel 374, l’edificio fu abbattuto mille anni dopo per fare spazio alla nuova chiesa.

Battistero Santo Stefano alle Fonti

Una volta che l’ascensore vi ha portati a destinazione, ad un’altezza di 31 metri dal suolo, ci sarà da affrontare qualche gradino e poi due rampe un po’ più impegnative per ritrovarsi sul punto più alto a 45 m dal suolo, in corrispondenza della navata centrale. Il tetto pianeggiante in centro digrada dolcemente verso le fiancate laterali, il percorso è facile, dei gradoni permettono di spostarsi dal colmo verso gli archi a sesto acuto che circondano le Terrazze da dove si gode, tra una guglia e l’altra, del panorama della città e, se la giornata è limpida, lo sguardo può spaziare fino alla corona delle Alpi.

Sulle Terrazze svettano 135 guglie, le statue sono 3400, 150 i doccioni, 96 i giganti, 410 le mensole per le statue insieme agli archi rampanti.

In fondo alla terrazza si eleva la guglia della Madonnina circondata dalle leggiadre scale a chiocciola chiuse al pubblico che consentono l’accesso fino in cima agli addetti alla manutenzione.

 

È un piacere passeggiare da una “finestra” all’altra per osservare la cupola della galleria,

Galleria Vittorio Emanuele II

piazza Gae Aulenti con il Palazzo Lombardia e il Bosco verticale,

Palazzo Reale con il campanile della chiesa di  San Gottardo in Corte,

Torre Velasca e il Palazzo dell’Arengario,

 

la torre del Filarete del Castello Sforzesco.

Quando si è stanchi di guardarsi intorno e fare foto o di stare seduti sui gradini a chiacchierare si affronta la discesa che si fa tutta a piedi ma i costruttori sono stati geniali perché le scale sono situate intorno ad un torrione quadrato, si scendono tre gradini e poi si gira l’angolo, altri tre gradini e poi un pezzettino in piano per raggiungere l’altro angolo e via così senza affaticarsi per giungere direttamente all’interno del duomo.

 Interno Duomo di Milano

Il tempo di tirare il fiato e di nuovo si rimane senza perché, alzando lo sguardo, si rimane affascinati da una selva di gigantesche colonne, guardandosi intorno si ha l’impressione di trovarsi in una foresta di alberi pietrificati, ben 52 disposti su quattro file a dividere le navate, in alto i capitelli,  molti a doppio registro, accolgono statue di santi nelle nicchie sormontate da statue di profeti nelle cuspidi.

Navata centrale - Duomo di Milano

 

Le volte a costoloni sono adornate con un traforo gotico.

Percorrendo la navata centrale lo sguardo viene attratto da una luce rossa che brilla in alto sopra l’altare maggiore ad indicare il tabernacolo attaccato alla chiave di volta che protegge la reliquia più preziosa del Duomo, l’antico Chiodo della Croce utilizzato per la crocifissione di Gesù Cristo rinvenuto da Sant’Elena. Ogni anno, per la festa del ritrovamento della Croce, il chiodo viene prelevato dall’arcivescovo e mostrato ai fedeli. Per raggiungere il tabernacolo viene utilizzato una sorta di rudimentale ascensore detto nivola.

Dalle volte si riporta lo sguardo a terra per ammirare il pavimento che non è quello originale trecentesco ma venne rifatto nel 1567 e poi di nuovo tra il 1914 e il 1920, secondo gli studiosi sembra che lo richiami nell’impianto geometrico.

Al di sotto dell’altare centrale rialzato al di sopra del piano della chiesa, si trova lo Scurolo di San Carlo, ossia la cripta dove è conservato il corpo di San Carlo Borromeo, il cuore invece è conservato nella chiesa dei santi Carlo e Ambrogio a Roma.

La cripta, accuratamente restaurata, dal novembre del 2023 è di nuovo aperta al pubblico.

Fregi sopra la porta d'ingresso allo Scurolo

Nel duomo di Milano sono presenti 55 enormi, splendide vetrate monumentali che danno luce all’interno in una fantasmagoria di colori che si riflettono sulla selva di colonne e dove sono raccontate storie tratte dalle Sacre Scritture i disegni dei quali realizzati da importanti pittori, che fornirono i cartoni, tra i quali anche Giuseppe Arcimboldo.

Molti sono gli altari e i monumenti lungo le due navate laterali.

Il primo che si incontra dopo la lunga discesa dalle Terrazze è il monumento funebre a Gian Giacomo Medici,

nel transetto di sinistra troviamo l’altare della presentazione di Maria al Tempio.

 

Presentazione di Maria al Tempio, particolare

Di grande effetto per l'accuratezza anatomica è la statua di San Bartolomeo scorticato che porta la sua stessa pelle sulle spalle come una sorta di mantello, la statua in un primo tempo si trovava all’esterno del duomo, poi è stata trasferita all’interno.

.

Tornando verso l’altare maggiore e percorrendo la navata centrale è possibile ammirare il Tiburio e i due pulpiti.

Uno dei pulpiti

Vicino all’ingresso della facciata anteriore si può scendere a visitare i resti delle due chiese preesistenti, in seguito al crollo del campanile di una delle due furono demolite per costruire la nuova cattedrale. Dove si trova oggi la piazza si trovavano la basilica Santa Maria Maggiore in uso durante i mesi invernali e quella di Santa Tecla riservata ai mesi estivi. In prossimità delle due chiese sorgeva anche il Battistero di San Giovanni alle Fonti dove Sant'Ambrogio battezzò Agostino.

 Piazza Duomo

Se si capita in duomo nel mese di novembre è possibile ammirare i cosiddetti “Quadroni di San Carlo”, 56 grandi tele che celebrano la vita e i miracoli del santo e che vengono esposte lungo le pareti per tutto il mese.

A questo punto, dopo aver fotografato ogni altare e statua si esce su Piazza Duomo e ci si può soffermare ad osservare nel dettaglio la meravigliosa facciata con i suoi cinque portali e i tanti bassorilievi che raccontano storie sia dei personaggi rappresentati sia degli artisti che li hanno realizzati come la Porta di Costantino iniziata dallo scultore Arrigo Minerbi nel 1937 ma inaugurata solo nel dopoguerra perché Minerbi fu allontanato a causa delle leggi razziali in quanto ebreo.

Porta di Maria

Il portale bronzeo centrale, detto Porta di Maria, fu realizzato da Lodovico Pogliaghi, la porta rappresenta sul battente di destra gli episodi dolorosi della vita di Maria con al centro la Pietà mentre a sinistra troviamo gli episodi gioiosi con al centro l’Assunzione.

Pietà

Assunzione

L’Annunciazione riporta ancora i segni dei danni provocati da un bombardamento aereo nel 1943, per fortuna le preziose vetrate erano state smontate e collocate altrove quindi non hanno subito danni che sarebbe stati irreparabili.

 Annunciazione

Il modello originale in gesso del grande portale è conservato presso l’atelier dell’artista nella casa museo di Sacro Monte a Varese.

Dopo aver osservato con attenzione ogni piccolo particolare della cattedrale la cosa migliore da fare per salutarla è recarsi in fondo alla piazza in modo da coglierla nella sua interezza e restare ancora una volta senza fiato per una costruzione di 637 anni che è un importante luogo di culto ma è anche un museo e che, nonostante le idee diverse degli artisti che nel corso dei secoli hanno partecipato all’ideazione e alla realizzazione, si presenta d’incanto in uno stile unico al mondo come se fosse scaturita direttamente dal suolo per innalzarsi in alto in alto fino a raggiungere il cielo.

 

error: Content is protected !!