Non solo mimose 2024

Non solo mimose 2024

L’8 Marzo è ormai associato indelebilmente alla festa della donna o più correttamente alla Giornata internazionale dei diritti della donna. Il perché sia stata scelta la data dell’otto marzo è da tempo fonte di diatriba così come lo è il paese da dove prese piede l’iniziativa. Probabilmente il movimento che agli inizi del 1900 chiedeva che venisse esteso anche alle donne il diritto di voto, fino ad allora negato, in qualche modo diede inizio ad una serie di rivendicazioni che non riguardavano solo il voto quindi il riconoscimento ad una cittadinanza attiva ma anche il diritto all’autodeterminazione.

Quale che sia la motivazione originaria da anni ormai la prima settimana di marzo siamo inondati da mimose e proclami, manifestazioni, programmi televisivi e cortei che dichiarano al mondo che le donne, ancora oggi discriminate anche nei paesi più illuminati, hanno il diritto di godere dello stesso trattamento economico e sociale riservato agli uomini.

Tra le tante manifestazioni un atteso appuntamento è quello dell’Ensemble de Saxophone del Liceo Malipiero di Varese diretto dal Maestro Giuseppina Levato.

Il concerto tenutosi domenica 10 Marzo all’Auditorium Paolo Conte dello stesso liceo ha visto la partecipazione di un folto pubblico che ha seguito con passione, umorismo e grande divertimento l’intero concerto.

La sala, addobbata con fragranti mimose, esponeva anche una bella scenografia realizzata da Federica Luini, che preannunciava già alcuni brani che sarebbero stati eseguiti dagli orchestrali tra i quali la stessa Federica.

Oltre che la Giornata della Donna durante il concerto sono stati ricordati diversi anniversari a cominciare dai 70 anni della nascita della televisione italiana, televisione che ha l’indubbio merito di aver contribuito a formare intere generazioni con programmi di alto valore istruttivo come Non è mai troppo tardi dell’indimenticato maestro Alberto Manzi che ha insegnato a leggere, a scrivere e far di conto ad una platea di analfabeti che non hanno mai smesso di ringraziarlo ma anche con telefilm come La cittadella, tratta dal romanzo di Cronin con l’affascinante Alberto Lupo, I promessi sposi di Alessandro Manzoni con Nino Castelnuovo e Paola Pitagora, Il Giornalino di Gian Burrasca di Vamba con una scatenatissima Rita Pavone, La freccia nera di Robert Luis Stevenson con una giovanissima Loretta Goggi senza dimenticare L’Odissea, Il conte di Montecristo, I Miserabili e un’infinità di altri che spesso invogliavano gli appassionati spettatori ad andare a cercare il libro e a leggerlo.

La scelta dei brani proposti è stata emblematica: la sigla di carosello che non solo annunciava 15 minuti di spot divenuti leggendari nel mondo della pubblicità ma anche lo scoccare dell’ora per andare a letto per i bambini e ragazzi, regola che veniva scrupolosamente rispettata. Altra sigla interpretata dall’Ensemble è stata quella dei programmi internazionali che dava l’esatta idea di essere collegati al resto del mondo quando internet non era che un embrione di idea nelle menti di geniali utopisti, ed anche le sigle dei cartoni animati dedicati ai più piccini ma gustati anche dagli adulti. Non so se si può osare ma questo potrebbe essere un invito al Maestro Levato: inserire in un prossimo concerto le colonne sonore dei capolavori elencati sopra.

A questo punto il Direttore ha dato inizio alla presentazione di una serie di brani dedicati a donne immaginarie che incarnano quell’ideale di indipendenza, libertà, forza e carisma iniziando dalla misteriosa Regina delle nevi di Hans Cristian Andersen nella versione di Frozen del 2013.

Altra ricorrenza ricordata è stata il centenario della morte di Giacomo Puccini e per omaggiarlo è stata chiamata sul palco la soprano Carolina Lidia Facchi che con la sua voce potente e limpida, l’espressività, la mimica e una carica di simpatia travolgente ha dato vita a Liù in “Tu che di gel sei cinta” della Turandot, a Lauretta in “Oh mio babbino caro” di Gianni Schicchi e a Musetta in “Quando men vo” de La Boheme.

Anche Tosca era presente nella carrellata di personaggi femminili celebrati da Puccini, nella versione solo strumentale sono risuonate nel teatro le note immortali di “E lucevan le stelle”.

Il pittore Mario Cavaradossi viene arrestato da Scarpia e imprigionato nelle segrete di Castel Sant’Angelo, nell’attesa dell’esecuzione Mario ricorda i momenti passati con la sua amante, la bellissima e appassionata Tosca.

L’aria, tra le più note della produzione lirica, è giocata su due livelli: mentre Mario canta i momenti passati tra le braccia della sua amante la musica ricorda che quei momenti ormai sono passati: “Svanì per sempre il sogno mio d’amore. L’ora è fuggita, e muoio disperato! E muoio disperato e non ho amato mai tanto la vita” e quando Mario canta la sua disperazione la musica gli ricorda quei momenti in cui “E lucean le stelle, ed olezzava la terra, stridea l’uscio dell’orto e un passo sfiorava la rena. Entrava ella fragrante, mi cadea tra le braccia. Oh dolci baci o languide carezze, mentr’io fremente le belle forme disciogliea dai veli!

Mancava la voce del tenore ma i sassofoni sono riusciti magistralmente a duettare tra di loro suggerendo le parole dell’amante disperato.

Un momento toccante è stato quando il Direttore ha voluto ricordare Silvia Pieretti, venuta a mancare qualche anno fa, al ricordo di una donna appassionata e vibrante di vita che per più di dieci anni ha suonato il sax tenore nell’Ensemble è stato dedicato il brano “Una Pantera a New York” per omaggiare Silvia che aveva partecipato, con lo stesso entusiasmo che riservava all’esecuzione delle musiche che amava, alla Maratona di New York.

Altra ricorrenza di questo 2024 è quella dei 25 anni dalla scomparsa di Fabrizio de Andrè che così bene ha saputo raccontare le figure femminili, per ricordarlo l’orchestra ci ha regalato un mix di tre brani: Don Raffaè, La canzone dell’amore perduto e Volta la carta.

Non è mancato un momento intimo e dolce nella ninna nanna tratta dall’opera Porgy e Bess di George Gershwin con la versione classica seguita da una moderna con armonie jazzistiche in cui i sax di Mattia Primon e di Elgy Zulli hanno avuto la possibilità di lanciarsi in divertenti improvvisazioni.

Ancora amore nelle due canzoni successive: Pretty Woman di Roy Orbison dedicato alla propria moglie e il valzer spensierato di That’s Amore portato al successo da Dean Martin.

Ha concluso lo spettacolo il tributo alla grande Aretha Franklin con una piccola carrellata delle sue canzoni più belle.

Alla fine del concerto, con l’unico bis concesso, l’Ensemble ha regalato al pubblico alcuni brani tratti dalle fiabe della Walt Disney da Bella e la Bestia a La Sirenetta e Mary Poppins nelle quali il riferimento è sempre a figure femminili dolci ma forti, appassionate ed eroiche, divertenti e straordinarie.

Durante la serata è stato ricordato il ventennale della nascita dell’Ensemble e l’appuntamento già fissato per il nuovo concerto al 21 giugno ai Giardini Estensi di Varese con la partecipazione straordinaria di uno dei più eclettici sassofonisti al mondo, il Maestro Mario Marzi.

Il pubblico ha mostrato di gradire ogni attimo del concerto e ha sottolineato con lunghi, calorosi applausi la bravura di tutti i musicisti, gli straordinari solisti ed il Maestro Giuseppina Levato, la meravigliosa donna che ha creato questa Ensemble e che in questi vent’anni l’ha trascinata nel ritmo coinvolgente e affascinante di più di 300 brani che sono stati interpretati magistralmente dai concertisti.

In definitiva un bel pomeriggio di bella musica a ricordare che l’8 Marzo non è regalare solo mimose ma è un memento perché tutti i giorni ci si rammenti che ogni donna ha il diritto di decidere per sé, di lavorare, di divertirsi e, principalmente, ha il diritto di vivere.

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