Frecce Tricolori ovvero Danzare tra le nuvole

Nel 2022, tra le tante attività che hanno ripreso il loro corso, c’è anche lo show delle Frecce Tricolori.

Lo spettacolo è diviso in due parti, la prima dove mezzi dell'aeronautica danno dimostrazioni delle possibilità di intervento e la seconda con le star della manifestazione.

Il via viene dato con la simulazione di un intervento di soccorso in mare con un elicottero HH-139 che dà la dimostrazione dell’incredibile duttilità del mezzo e della straordinaria capacità del pilota nel controllarlo oltre alla competenza e all’alta professionalità dell’equipaggio.

 

 

Nella seconda parte sono diversi gli aerei che si esibiscono in una serie di ardite manovre,

quella forse meno acrobatica ma che colpisce di più è la simulazione di un guasto alla radio di un aereo,  un altro velivolo si accosta al compagno e lo scorta, accompagnandolo e restandogli accanto.

 

Poi, quando già credi di aver visto tutto quello che può fare un velivolo arrivano loro,  giungono sulle ali delle note dell’inno di Mameli, bistrattato dalla critica per quello che viene considerato scarso spessore musicale ma che quando inizia senti già le farfalle nello stomaco e i piedi che battono il tempo, li vedi giungere da lontano, sono solo puntini che in un attimo diventano nove aerei disposti a rombo che si muovono nel cielo come se fossero uno solo.

 


Ed inizia lo spettacolo perché di spettacolo parliamo,

 


i velivoli danzano nel cielo come ballerini sul palco della Scala, volteggi, piroette, giravolte, salti impossibili, scivolate ed intanto dipingono immagini con il fumo come se a muoverli ci sia un grande artista che disegna nell’azzurro del cielo bandiere, campane, onde, triangoli, arcobaleni tricolore.

 

 

Mentre segui lo spettacolo e cerchi di essere più veloce di loro con il cellulare per avere la prova lampante nel tuo video che davvero hai assistito a quella dimostrazione di incredibile e straordinaria bravura con il pensiero ripercorri il desiderio dell’uomo di diventare  aquila, falco, storno.

 

 

I greci ci avevano costruito un mito su quel sogno impossibile di volare, Dedalo, per fuggire dal labirinto di Creta che lui stesso aveva costruito e dove era stato rinchiuso dallo stesso re che gli aveva chiesto di costruirlo perché fosse la prigione del Minotauro, si inventa due paia di ali per sé e per il figlio Icaro. La fuga dal labirinto sarà un successo ma il mito è insieme sogno e monito: se desideri qualcosa intensamente riuscirai ad averla che sia anche volare come un uccello ma attento a non osare troppo, se ti avvicini a un dio, tale era considerato il Sole, il tuo sogno sarà crudelmente distrutto come accadde al povero Icaro.

 

Da Leonardo in poi quel sogno diventa una speranza che si trasformerà in una realtà concreta, tangibile e prendere un aereo per volare da una parte all’altra della Terra è diventato come prendere una corriera  che ti porta da un paesino all’altro.

Assistere allo spettacolo della pattuglia acrobatica è tornare al mito perché loro possono volare quasi fino al Sole alla velocità del suono e oltre.


Ogni manovra è perfetta, si muovono insieme, talmente vicini da parere sul punto di scontrarsi ed invece no, ogni mezzo rimane esattamente nello spazio assegnatogli in ogni manovra e anche quando schizzano lontani uno dall’altro per una nuova figura poi ritornano e sono di nuovo insieme, una squadra compatta che danza all’unisono.

A fare da contrappunto alla compattezza dello stormo è il solista, il pony numero dieci che si esibisce fuori dalla squadriglia ma che della squadriglia è il cuore e l’anima, sembra vagare per il cielo distante dai compagni e poi lo ritrovi freccia che centra il cuore appena disegnato dai suoi commilitoni, oppure mentre sale su, su, su in verticale fino all’impossibile e poi si lascia cadere portandoti ogni volta con sé.

Ecco, forse la cosa più bella del loro spettacolo è che chi guarda non è solo spettatore ma per tutta la durata dello show è protagonista perché per brevi preziosi momenti sale sull’aereo insieme al pilota e insieme a lui piroetta nell’aria.

 


Quando tutto finisce e il rombo dei motori tace, anche se ancora ogni gabbiano che vedi in lontananza speri che siano loro che ritornano per farti sognare ancora un po’, non puoi che applaudire al coraggio di questi ragazzi che affidano la loro vita a un mezzo costruito da mani, menti, cuori con maestria, sapienza e passione e con maestria, sapienza e passione ti ridanno il gusto, il sapore, l’orgoglio di essere italiano

 

  

e ringrazi l’universo intero perché sei nato in questo angolino del mondo che ha dato i natali alla più alta concentrazione di artisti, scienziati, inventori, sognatori che l’umanità abbia mai visto

 

 

e l’emozione che ti accompagna per tutto lo spettacolo diviene commozione quando sulle note di “Nessun dorma” della Turandot di Puccini si dispiega nel cielo uno stendardo con i colori della bandiera italiana.

 

error: Content is protected !!