Mille simo quatricentessimo sexstage

simo quinto viije Indi Antonellus 

Messaneus me pinxit

Questa è la scritta che si legge nel cartiglio posto sul parapetto in primo piano del Salvator Mundi esposto presso la National Gallery di Londra, è la prima dichiarazione orgogliosa del pittore nella quale è il quadro stesso ad affermare che "me pinxit", "mi ha dipinto" Antonello da Messina tra il 1465 e il  1475. Siamo in uno straordinario periodo artistico per l'Italia, presso tutte le corti della penisola mecenati illuminati richiamavano a sé artisti da tutta la penisola, centinaia e centinaia di botteghe accoglievano fanciulli che promettevano di diventare pittori, scultori, architetti e che, una volta adulti, trovavano lavoro ed ospitalità presso le grandi corti europee che se li contendevano perché erano artisti italiani contribuendo così a portare nel mondo il concetto stesso di Rinascimento, di arte, di bellezza ed andando ad occupare un proprio spazio nella storia e nella memoria di ogni nazione.

Ritratto d'uomo, forse autoritratto, Londra National Gallery

Ritratto d'uomo, forse autoritratto, Londra National Gallery, particolare

Oggi come allora ognuno di noi ha un proprio pantheon di artisti, scrittori, musicisti. Ognuno di noi ha nel cuore un pittore, uno scultore, un ballerino che considera il più bravo in assoluto, poi, un giorno, accade che il tuo podio trionfale venga di colpo scosso da una scoperta personale che magari non è inedita ma che in quel momento ti colpisce allo stomaco o al cervello o all'anima e  modifica le tue certezze.

Ritratto di giovane, Philadelfia, Museum of Art

Fare un elenco dei massimi esponenti dell'arte italiana è facile, ne abbiamo talmente tanti e talmente bravi che non hai neanche l'imbarazzo della scelta, forse qualche incertezza se è meglio Leonardo o Michelangelo, meglio Raffaello o Botticelli, di più Caravaggio o Mantegna, Donatello o Bernini ma alla fine decidi che stanno tutti sul gradino più alto perché sono troppo bravi, certo ognuno di loro è sempre stato convinto di essere il massimo, sono documentati gli attriti tra Leonardo e Michelangelo e le cronache sono piene di aneddoti sulle sfide che venivano combattute a colpi di pennello o di scalpello e non solo ma, dal punto di vista dello spettatore, ognuno di loro è unico e inimitabile

Ritratto d'uomo (Michele Vianello?), Roma, Galleria Borghese

Poi un giorno entri in un museo, non è il Louvre, non è la National Gallery, non sono neanche gli Uffizi o i musei Vaticani, è un museo tranquillo, in un angolo tranquillo di Palermo, Palazzo Abatellis, che ti accoglie nelle sale piene di capolavori che ammiri e vai avanti rilassato fino a che non arrivi davanti a lei.

Annunciata, Palermo, Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis

Inquadratura frontale

La chiamano L'Annunciata, ritrae una donna a mezzo busto che ti guarda diritto in faccia e con la mano alzata sembra dire fermati, sosta un attimo davanti a me e respira.

Il quadro è stato dipinto da Antonello da Messina, un pittore ritenuto senza ombra di dubbio un grande artista ma non grande quanto i colossi che dicevamo prima.

Guardi il dipinto e ogni minuto che vi passi davanti la sua malia ti avvolge. La modella si pensa  fosse una semplice ragazza del popolo, è avvolta da un manto azzurro che le copre interamente il capo e le spalle, non ci sono morbide pieghe ma linee diritte, geometriche tra le quali risalta l'ovale perfetto del viso, lo sfondo un colore scuro uniforme dal quale la figura si stacca con forza, davanti un leggio, spoglio, anche qui linee diritte e un libro con le pagine mosse da un alito di vento, forse quello creato dalle ali dell'angelo che è appena volato via dopo aver portato il messaggio divino ad una fanciulla di sedici anni che poteva menar vanto solo della sua purezza e della sua fede.

Gli occhi sono fissi sullo spettatore, ti racconta della sua giovinezza, del messaggio di speranza che le è stato affidato e un sorriso appena accennato ti porta a sorridere insieme a lei. Dopo un po' che sei lì incantato, ti viene di avvicinarti ancora, ti sposti un po' a destra per cogliere meglio la luce ed avviene una cosa straordinaria: Annunciata si sposta con te. In un primo momento pensi a una distorsione della luce, oppure ti viene il dubbio che questa era la posizione reale e non te ne eri reso conto allora torni davanti e poi ti sposti a sinistra e di nuovo gli occhi ti seguono, il viso è frontale, la mano, quella mano alzata che ti aveva chiesto di fermarti ora è un'offerta, sembra che voglia sfiorarti e ti sembra logico desiderare di allungare la tua mano e toccarla.

Il pensiero che la stanchezza e il caldo ti stiano giocando un incredibile scherzo ti sfiora di sicuro allora ti affidi alla macchina fotografica, fai uno scatto frontale, uno da sinistra, uno da destra e la prova è lì, non è la tua mente è il quadro che assume una prospettiva diversa a seconda da dove lo guardi e non solo lo sguardo come capita in tanti dipinti ma l'impressione è che ruoti l'intero busto cambiando anche la posizione della mano.

 Annunciata Palermo, Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis

Inquadratura da destra

Annunciata, Palermo, Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis

Inquadratura da sinistra

In quel momento il tuo pantheon traballa, si sente rumore di scranni, borbottii e spintoni mentre i maestri sono costretti a spostarsi per fare posto ad un altro grande artista che ha il pieno diritto di godere della stessa posizione privilegiata anche se, in quel momento, incantata davanti a questa inedita e straordinaria Annunciazione, diversa da tutte le altre, non ci sono angeli che portano il divino messaggio, non ci sono fiori, paesaggi, simboli, c'è solo una donna che ti guarda e parla con te e ti racconta la sua vita semplice, la tentazione è quella di fornire Antonello di un trono dorato per innalzarsi un po' di più sugli altri.

Per evitare zuffe tra gli artisti conviene, a questo punto, andare a cercare altre testimonianze che confermino la tua tesi.

Salvator Mundi, Londra, National Gallery

Antonello era bravissimo nei ritratti, aveva adottato dai maestri fiamminghi la posizione di tre quarti che più di quella di profilo dava la possibilità di caratterizzare il dipinto anche da un punto di vista psicologico, inoltre fu uno dei primi artisti ad utilizzare la tecnica ad olio che permetteva di stendere il colore in velature trasparenti rendendo così effetti di morbidezza e luminosità straordinari.

Ritratto Trivulzio, Torino, Museo Civico d'Arte Antica

Uno di questi dipinti è il Ritratto di ignoto marinaio che si trova a Cefalù nel museo di Mandralisca, un giovane uomo in primo piano ti guarda con un sorriso sornione, non si ripete la magia dello spostamento di prospettiva, gli esperti sanno bene come i pittori abbiano la capacità di dare l'impressione che il soggetto ti segua sfruttando un sapiente gioco di ombre e di colori, ma il giovane uomo ti incanta lo stesso, ti guarda e sorride, lo sai che ti sta prendendo in giro, ti deride un po' perché sei accaldato, sei stanco, di corsa sempre mentre lui è lì sereno, da secoli a guardare l'umanità che passa. Il vestito è nero con i risvolti bianchi e la camicia anch'essa bianca, sul capo un berretto della stessa tinta dell'abito.

Ritratto d'ignoto marinaio, Cefalù, Museo Mandralisca

L'Ecce Homo è forse la più straziante rappresentazione della passione di Cristo, un uomo legato, una corda al collo, il torso nudo, il sangue che gocciola dalle ferite provocate dalla corona di spine, i riccioli lunghi sulle spalle, le guance velate dalla barba, lo sguardo fisso allo spettatore ma non c'è dolore sul suo volto, la bocca è piegata in una smorfia delusa, sembra che ti chieda: è per questo che ho accettato di morire in questo modo atroce? Questa è l' umanità per la quale mi sono offerto in olocausto? Darò la mia vita perché possiate diventare ancora più violenti, più cattivi, più egoisti? Che amarezza sapere che 2000 e più anni di guerre, tradimenti e crudeltà non vi hanno insegnato niente, quanto è triste pensare che il mio sacrificio non ha per voi alcun valore, eppure, pur sapendo tutto ciò ogni giorno mi accingo a salire sul Golgota, cosciente dell'inutilità del mio gesto.

Ecce Homo, Piacenza, Galleria del Collegio Alberoni

La crocefissione è un altro capolavoro straordinario, moderno, contemporaneo, le tre croci stilizzate che si innalzano in un cielo traslucido coperto di nuvole, il Cristo in posizione frontale, un'aureola sul suo capo ad indicare che il trapasso è già avvenuto, i due ladroni ai lati, di profilo, i corpi contorti nello strazio dell'agonia. Il paesaggio questa volta c'è, una città deserta cinta sullo sfondo da una catena montuosa dai versanti scoscesi, ripidi, triste come triste la figura di Maria impietrita ai piedi del figlio. Altre quattro donne ai piedi delle tre croci, che guardano verso direzioni diverse, smarrite, separate, lontane una dall'altra, non c'è vicinanza nel dolore, ognuna lo vive a modo proprio stringendosi nei mantelli che le avvolgono quasi a tenerlo stretto a sé .

Crocifissione di Sibiu, Bucarest, Museo nazionale d'arte Brukenthal della Romania

In un'altra crocifissione solo il Cristo è rappresentato inchiodato su una croce che sembra non avere mai fine stagliandosi su un paesaggio composto da una città bianca e colline ondulate che sfumano all'orizzonte, ai piedi della croce a destra Giovanni che guarda il corpo del Maestro, a sinistra Maria, affranta, non ha neanche la forza di alzare lo sguardo al figlio esanime, quasi sul punto di svenire ha le mani appoggiate alle ginocchia come a volersi alzare in piedi e a non riuscire a farlo distrutta dal dolore più atroce che possa esistere al mondo.

Crocifisso tra la Vergine dolente e San Giovanni, Londra, National Gallery

Crocifisso tra la Vergine dolente e San Giovanni, Londra, National Gallery, particolare

Altro capolavoro dove al minimalismo al quale ci aveva abituati Antonello fa riscontro una ricchezza di particolari stupefacente specialmente se si considera che il tutto sta in un quadretto di 45,7x36,2 cm. è il San Girolamo. La scena è ambientata in uno studio nel quale si entra da una porta ad arco, sulla soglia un pavone e un altro volatile con una ciotola d'acqua, l'arredamento interno è giocato tutto su quadrati, rettangoli ed archi, il pavimento è a piastrelle con motivi a losanghe. Al tavolo da lavoro San Girolamo avvolto in una sontuosa veste rossa sulla quale spicca il bianco del sottabito è intento a studiare, intorno a lui, su ogni ripiano libri, contenitori, barattoli, appesa ad un attaccapanni una sciarpa. Sulla sinistra dentro un arco una finestra inquadra il paesaggio esterno, costruzioni bianche, giardini, verdi rilievi, lo stesso paesaggio viene ripreso dalla finestra a destra delineata da una fuga di archi, in questa stanza passeggia il leone che gli è sempre accanto grato per avergli tolto una spina da una zampa, sulla panca si vede il cappello  del prelato, dalle bifore del piano superiore si intravvedono uccelli volare.

San Girolamo nello studio, Londra, National Gallery

San Girolamo nello studio, Londra, National Gallery

San Girolamo nello studio, Londra, National Gallery

 San Girolamo nello studio, Londra, National Gallery

La Madonna Benson dipinta tra il 1477 e il 1479 è una dolcissima Maria con Gesù in braccio, entrambi seri, lo sguardo abbassato di Maria quello diretto allo spettatore di Gesù tra le braccia amorevoli della madre, avvolto in un drappo rosso con un bordo dorato che riprende i ricchi ricami dell'abito di Maria, i capelli di Gesù dello stesso colore di quelli della madre. Sullo sfondo una campagna serena richiamata dal verde del cuscino dove siede il Bambino, su tutto spicca il blu del mantello. La serietà dei visi, della posa, degli abiti sontuosi viene, però, messa in dubbio dal gesto del bambino che con un atto comune a tutti i bambini del mondo infila la manina nella veste della Madonna a cercare tepore e nutrimento ed ecco che, se riguardi il viso di Gesù dopo aver osservato la manina birichina vedi brillare nei suoi occhi un lampo di monelleria che incanta.

Madonna Benson, Washington, National Gallery of Art

Ancora una Madonna in trono esposta al Museo degli Uffizi, la pala d'altare , un trittico o un polittico vede Maria assisa su un trono che regge il Bambino tra le mani, Gesù si arrampica al collo della Madre e con una mano afferra il velo trasparente che le ricopre i capelli mentre due angeli in volo le reggono sul capo una corona di rose, sul mantello che avvolge Maria sono disegnati piccoli draghi. Ai lati San Giovanni Evangelista e San Benedetto.

Polittico dei Dottori della Chiesa, Firenze, Galleria degli Uffizi

Anche qui l'espressione seria di madre e figlio viene vanificata dal gesto un po' monello del Bambino di aggrapparsi al velo.

Polittico dei Dottori della Chiesa, Firenze, Galleria degli Uffizi, particolare

Antonello da Messina nasce a Messina tra il 1425 e il 1430. Nel 1438 va a bottega per imparare il mestiere di pellizzaro presso un maestro conciatore. In un documento notarile datato 6 maggio 1439 si parla di un dipinto ad opera di un Antonello di Messina in una chiesa di Mazara, a quanto pare Antonello aveva impiegato poco tempo a capire che preferiva i pennelli alle pellicce. Nel 1450 lo troviamo a Napoli dove risulta apprendista nella bottega del pittore Colantonio dove venne a contatto con la pittura fiamminga, spagnola e provenzale. Per un periodo tornò a Messina poi si spostò a Roma, in Toscana, nelle Marche ed anche a Venezia.

Antonello da Messina muore nella sua città nel 1479.

Intanto nel Pantheon si è fatto silenzio, la folla di artisti si è chetata, ora si odono solo sussurri e risate leggere, il pittore giunto dal sud dell'Italia, conosciuto da tutti ma ora riconosciuto come grande tra i grandi viene accolto a braccia aperte in un simposio che davvero non trova eguali nel mondo e in tutta la storia dell'arte dall'antichità ad oggi.

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